
Calvisano, 25 maggio 2017.
Gli americani che l’hanno inventate, per mano di Todd Bol, le chiamano Little free library.
In italiano non è così semplice dare loro un’inquadratura. Letteralmente “piccole e libere librerie”. Sostanzialmente “casette di legno per i libri”: strutture che, poste qua e là, sono a disposizione di tutti… per leggere.
Leggere, già. Le interpretazioni del leggere sono molte: da chi sostiene “non c’è nessun amico più leale di un libro” (Francis De Croisset) a chi pensa “la lettura è il viaggio di chi non ama perdere un treno” o, addirittura, “leggere, leggere un libro è per me l’esplorazione dell’universo” (Marguerite Duras).
Nel finale ci resta solo una cosa da fare: “per sognare bisogna leggere” (Michel Foucault). Un’azione semplice, secondo molti. Eppure, a ben considerare le forze in campo (tempo, vista, mani e concentrazione, sommata alla memoria), non è poi un gioco da ragazzi. Per alcuni è un impegno, per altri un passatempo, ma alla portata di (quasi) tutti.
Eccoci arrivati, quindi, al punto focale dell’intero preambolo: il leggere è a disposizione di chiunque sia in possesso di piccole -essenziali- doti nell’accostare -di continuo- un significato immediato a parole scritte nero su bianco.
Domanda: qualora ci si volesse dilettare in tale occupazione, dove recarsi?
Risposta banale e gettonata: in biblioteca. Chiaro! E se fosse chiusa? Internet correrebbe in nostro aiuto. Tuttavia si toglierebbe, così, il piacere dello “sfrigolio” delle pagine sotto le proprie dita, al momento di sfogliarle.
Ed ecco la soluzione alternativa, diffusa e… di comunità: le little free library. Piccole librerie all’aperto, camuffate da casette e riparate dalle intemperie, accessibili 24 ore al giorno, in modo completamente gratuito. Viene richiesta soltanto la cortesia di effettuare uno scambio equo: depositare un altro volumetto, in sostituzione di quello prelevato, affinché la collezione rimanga sempre ben fornita.
Un’idea semplice(mente) geniale, con un potenziale e-n-o-r-m-e. L’utilizzo è semplice. Lo stesso la loro realizzazione; esito di un laboratorio di prossimità, in cui competenze tecniche (chi ha diretto la costruzione materiale) e amore per il leggere si sono ritrovati.
Così, con una sorta di “detto, fatto”, Calvisano ha colto gli innumerevoli benefici per la collettività e si è pertanto attivata al fine di realizzare alcune “lfl”. Per dare vita ai manufatti sono comunque servite ore di lavoro di gruppo, tre laboratori di prossimità ad hoc, un incontro tra persone che con competenze diverse condividono l’interesse della propria comunità.
E anche le Little free libray #genera_azioni sono diventate parte del nostro lavoro di comunità: facendo rete con le realtà del territorio si è dato una possibilità in più alle persone che amano leggere o che alla lettura vogliono avvicinarsi.
Facciamo ora un picocolo passo indietro: com’era nata l’idea? Al Punto di comunità del progetto #genera_azioni di Calvisano si cercava un’innovazione in grado di “attraversare le persone; creare legami e connessioni”; spiega a tal proposito la facilitatrice Stefania Roncali, supportata da Pietro Tononi. Attratti dal bookcrossing, coinvolgendo la C.S. Arredamenti di Sandro Conti, l’artigiano Bartoli e alcuni cittadini, entusiasti del progetto, si sono realizzati concretamente i piedistalli e le casette. L’Amministrazione comunale, nella persona di Maria Mosca, consigliere delegato alla biblioteca, ne sostiene inoltre la diffusione: oltre a fornire alcuni libri, sono in via di definizione i punti “strategici” in cui istallare le piccole librerie. Ossia: uno per frazione (Malpaga, Mezzane e Viadana) e un ultimo a Calvisano. Trovata l’apposita collocazione, ciascun impianto potrà essere geo-localizzato, con tanto di targhetta identificativa, sul sito internazionale www.littlefreelibrary.org, permettendo a tutti di raggiungerlo.
Nel mondo ce ne sono circa 10 mila. Nel Belpaese, sinora, solo una ventina; i primi nel quartiere Vigna Clara di Roma l’1 giugno 2012, poi a Corbetta (Milano), Trento, Udine, Milano, Modena, Lecce e Cagliari. Presto, quindi, anche a Calvisano.

