“Shakespeare’s rugby war”: un percorso per adolescenti, tra teatro e sport



Montichiari, 4 maggio 2018.

Il progetto #genera_azioni, in partnership con il Sistema Bibliotecario Brescia Est, porta avanti da mesi il percorso rivolto agli adolescenti del territorio denominato “Shakespeare’s rugby war“. Un percorso nato da una sollecitazione informale, ovvero: da una proposta che Lara Favalli, bibliotecaria di Montichiari, ha sottoposto al gruppo di progetto, dopo aver letto di un’esperienza canadese a metà tra teatro e sport, nata per rispondere a gruppi di ragazzi con interessi diversi (chi ama Shakespeare e chi gioca a rugby). Da qui, l’idea di indirizzare la medesima “sfida” verso gli adolescenti della Bassa Bresciana Orientale in un panorama esperienziale più ampio; ovvero, in grado di coinvolgere i giovani come risorse, non solo in un “semplice” laboratorio ma, più in generale, suscitando l’interesse degli istituti scolastici e della comunità tutta.

Così, dalla primavera scorsa, sotto la guida esperta della regista Valentina Salerno e della facilitatrice Elisa Sajetti, ventuno ragazzi (provenienti da più paesi della Provincia, pure al di fuori del Distretto 10) hanno deciso di mettersi alla prova sull’opera redatta da Matt Toner e Chris Cocoluzzi: due autori appassionati di rugby e teatro, che hanno voluto assimilare in una pièce i principi educativi provenienti dal gioco di squadra ed aspetti tipici delle produzioni shakesperiane. Un abbinamento inusuale, questo, dalla quale è nato un testo teatrale destinato  a percorsi per adolescenti, dove la componente interpretativa diventa fondamentale strumento educativo e  di socialità. In tale contesto, l’anno scorso è stato rappresentato “Mirror: racconti di Shakespeare” (con riferimenti ai vari Amleto, Macbeth, Romeo e Giulietta, Otello). La trama di sottofondo al “secondo tempo” di “Shakespeare’s rugby war” riprende invece la celeberrima Guerra delle Due Rose: narrata nell'”Enrico IV” seicentesco, qui diventa però l’oggetto della competizione tra due team. Con passaggi (non “in avanti”) e contatto fisico, c’è infatti chi formerà la prima linea, chi dovrà calarsi nei panni del tallonatore, chi diverrà pilone di mischia e via via tutti gli altri. Termini tecnici, questi, per lo più sconosciuti a chi non frequenta la realtà rugbistica, ma che oggi costituiscono il lessico di scena quotidiano per il gruppo dei ragazzi!

Dovendo così accostare Shakespeare alle tecniche del rugby in un corso teatrale, si è reso necessario l’apporto fornito dagli esperti della palla ovale Marco Simoncelli e Paolo Martani, coach del Patarò Rugby Calvisano: indispensabile il loro affiancamento al gruppo, per conoscere e svelare tecniche, movimenti e segreti di uno sport…piuttosto teatrale in certi aspetti.

Contemporaneamente è stata avviata una corrispondenza proprio con gli autori canadesi per ottenere il nulla osta necessary all’uso del testo, alla traduzione e all’arrangiamento italiano dello stesso a cura dalle classi 3A, 3B, 4A e 4B del Liceo Linguistico”Don Milani” di Montichiari.

Shakespeare rugby war” è quindi oggi un patrimonio del territorio per tutte le relazioni di comunità che ha saputo attivare e che continua ancor oggi a sollecitare. A tal proposito, non sono pochi i contatti intrapresi con diverse realtá esistenti. Oltre alle già citate, i lavori per la messa in scena riavviati in autunno hanno visto ad esempio attivarsi una sinergia con l’associazione sportiva monteclarense Arcieri Colli Morenici ed è pure in essere una collaborazione con il corso sartoria della Scuola Bottega di Calvisano, i cui studenti creeranno alcuni costumi di scena. Parte delle immagini e dei video che raccontano il lungo percorso saranno inoltre realizzati dal gruppo fotografico “ArtImmagine” di Montichiari.

“Shakespeare’s rugby war” si presenta pertanto come un progetto d’ampio respiro che, recentemente ottenuto l’Alto patrocinio dal Parlamento Europeo e dalla Federazione Italiana Rugby Comitato Regionale Lombardo, desidera incontrare la comunità territoriale, affinchè venga a conoscenza di quanto il fitto lavoro di rete abbia prodotto buoni frutti.

Ormai ci siamo: sabato 5 maggio (o il 19 maggio, in caso di maltempo) è previsto lo spettacolo finale, aperto al pubblico (partecipazione gratuita): una performance itinerante nel centro storico di Montichiari, con partenza alle ore 18 dal piazzale antistante la biblioteca comunale

“Il Parlamento europeo apprezza molto l’obiettivo dell’iniziativa, ovvero promuovere le competenze interpersonali e di comunicazione dei giovani cittadini, compresi coloro che si trovano in difficoltà, e incoraggiarli a partecipare a uma produzione teatrale moderna, rafforzando in tal modo la conoscenza e il rispetto di loro stessi -scrive il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani-. Questo approccio moderno e inusuale a una tragedia classica di Shakespeare con l’interconnessione tra teatro e sport, rappresenta un modo molto interessante di coinvolgere le generazioni più giovani nella vita culturale e nelle attività della loro comunità“.

È l’essere stati capaci di riunire professionalità e realtà associazionistiche e sportive differenti che ci rende orgogliosi di questo progetto, di averlo sostenuto, ma soprattutto di averci creduto insieme –queste le parole del sindaco di Montichiari, Mario Fraccaro-. Non da meno, debbo dare il giusto rilievo al progetto e ringraziare tutti coloro lo hanno sostenuto, sottolineando la forza delle reti istituzionali e sociali che lo hanno reso possibile, delle relazioni che si sono costruite e rinsaldate nel tempo. Di rete in rete, dal mulimediale del web che ha permesso di conoscere l’opera di Chris Cocoluzzi e Matt Toner, al Sistema Bibliotecario Brescia Est a cui aderisce la biblioteca di Montichiari, passando per i partner che sostengono #genera_azioni e l’apporto fornito dal Patarò Rugby Calvisano, la Scuola Bottega di Mezzane, l’Istituto Don Milani di Montichiari, la banda giovanile Carlo Inico di Montichiari, il gruppo Arcieri di Montichiari e l’associazione fotografica ArtImmagine: è emerso chiaramente come i legami stretti sul territorio abbia consentito di lavorare insieme, in rete appunto, senza perdere la propria identità; anzi: la positiva collaborazione si è rivelata una modalità per valorizzare ciascuno la propria natura”.

Mi sono immersa in un mondo che mi piace molto, quello dei giovani -afferma poi Elisa Sajetti, facilitatrice adolescenti di #genera_azioni e coordinatrice educativa di ‘Shakespeare’s rugby war”-. Sin dall’inizio ho visto ogni singolo ragazzo che ha partecipato credere molto in questo progetto, sia chi è abituato a calcare un palcoscenico o comunque in passato ha già avuto a che fare con il teatro, sia i neofiti, subito trovatisi a proprio agio con un’opera completamente inusuale; quasi rivoluzionaria. Dovessi scegliere una parola chiave per descrivere il progetto, opterei per sinercia: indubbiamente ha accompagnato l’intero percorso”.

“L’obiettivo di unire teatro e sport ci ha spinto a mettere insieme Shakespeare e rugby –confidano i due autori canadesi Matt Toner e Chris Cocoluzzi-: c’è una magnifica cultura che vi ruota attorno. Concatenare la letteratura, la drammaturgia e la storia dell’autore inglese insieme alla disciplina, la tecnica, il gioco di squadra e i valori del rugby è qualcosa di straordinario, magico. Lo dimostra l’opera stessa: non a caso ogni scena è intitolata come una fase di gioco della palla ovale, intervallate da una pausa per permettere agli spettatori di capire meglio a cosa stanno assistendo. Perchè abbiamo scelto di raccontare proprio la Guerra delle Due Rose? Beh, i Lancaster e gli York sono due casate inglesi che ben si accostano al concetto di squadra: loro combattono per il trono, così come sull’erba del campo di gioco ci si contende la vittoria”.